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CLUB MAURO LAFFI ANZOLA EMILIA

Presidente: MAURO GUERNELLI
Tel:   329 4162553
Mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

Il presidente è Mauro Guernelli, uno dei fondatori del club, oggi intestato al collega Mauro Laffi, con cui condivise l’idea di creare un club ufficiale di tifosi rossoblù ad Anzola dell’Emilia tanti anni fa, purtroppo scomparso prematuramente in un incidente stradale.

Il club fu fondato nel 1995 e da quella data è sempre stato iscritto continuativamente al Centro Coordinamento Bologna Club, arrivando anche ad avere un alto numero di soci, che poi si è gradualmente ridotto, fino ad arrivare all’attuale cinquantina, la maggioranza dei quali comunque sono abbonati al Dall’Ara, tutti soci molto interessati alle sorti del Bologna, pochi occasionali.

Inizialmente alcuni tifosi di Anzola dell’Emilia avevano pensato di appoggiarsi al club di Savignano sul Panaro, già operativo da anni, per poi decidere di creare un club autonomo, visto l’alto numero di adesioni in paese.

All’atto della fondazione il club si chiamava “Truckers”, lo sponsor dell’azienda di trasporti per la quale lavorava Mauro Guernelli, che probabilmente aveva aiutato il club alla sua nascita, prima di prendere il nome di uno degli ideatori, che ci lasciò ancora giovane nell’estate del ’97, poche settimane prima dell’arrivo di Baggio a Bologna.

Inizialmente i soci erano poco più di un centinaio, per arrivare nell’anno di Baggio a Bologna a più di 400, alcuni dei quali acquisiti da Mauro anche nell’ambito del suo lavoro, non abitanti nel luogo in cui aveva sede il club, per poi ridimensionarsi, anche per i deludenti risultati sportivi, fino ad arrivare all’attuale “minimo sindacale”, così lo definisce il presidente.

Negli anni ha rivestito la carica di presidentessa anche Giuliana Marchesini, spalleggiata sempre da Mauro Guernelli, come suo vice, ma da diversi anni Mauro ricopre continuativamente il ruolo di presidente.

Originale e unica l’idea di portare allo stadio i soci con un pullman, evitando i soliti problemi di traffico e di parcheggio, che ogni tifoso abituato ad andare allo stadio ben conosce, che il club continua a proporre con grande successo da vent’anni, aggregando anche tifosi provenienti dalla provincia di Modena.

In un recente passato anche un altro club della provincia, il club Valle dell’Idice del presidente Fantazzini, aveva seguito la stessa strada, che però oggi pare avere abbandonato.

Il club ha sempre organizzato quattro o cinque trasferte per stagione, spesso a Udine, a Milano, a Verona, a Empoli, a Siena, mai a Firenze, considerata una trasferta a rischio per i rapporti tesi tra le due tifoserie, nonostante la vicinanza, quest’anno, per la prima volta anche a Roma, in passato anche a Pescara.

Sono momenti di aggregazione importanti, ai quali partecipano anche minori e persone anziane, sapendo di fare parte di un gruppo tranquillo, lontano dagli eccessi del tifo che contraddistinguono alcune espressioni della passione sportiva.

Spesso ci si ferma a mangiare in ristoranti selezionati nel tempo, in alcuni casi si preferisce organizzare pasti frugali con cibi portati da casa, come l’anno della trasferta di Empoli, quando ogni partecipante aveva portato il mangiare per molte persone e ci si dovette impegnare per finire la moltitudine di cibo che era stato preparato, fermandosi anche all’ultimo Autogrill al ritorno, dove una pattuglia della Polizia si fermò a controllare, comprendendo immediatamente che si era di fronte a sostanze naturali, consumate da persone tranquille.

Oltre alle trasferte, per cementare l’unione tra i soci e per trascorrere momenti in allegria, da anni il club organizza anche gite turistiche in varie parti d’Italia e non solo, visto che è stato organizzato anche un soggiorno per partecipare all’Oktoberfest di Monaco di Baviera, riscuotendo sempre un grande consenso, per la qualità dell’organizzazione e per l’atmosfera di festa che si respira, dove non mancano mai anche riferimenti all’amato Bologna.

I componenti del club sono orgogliosi di avere deciso da anni di adottare due bambini africani a distanza e perfino un delfino, salvato da un destino che pareva segnato. Inoltre, con le rimanenze del fondo cassa, ogni anno sono frequenti le donazioni benefiche, in particolare verso l’Istituto di Ricerca Ramazzini, un’eccellenza del territorio nello studio delle origini e delle possibili cure alle malattie oncologiche, ma anche impegnandosi nella vendita delle stelle di Natale il cui ricavato va all’AIL.

Come ricordo particolare Mauro cita una cena del club dove dovevano partecipare due giocatori importanti dell’epoca: Diamanti e Perez, che senza preavviso non si presentarono, mettendo in forte difficoltà l’organizzazione, addebitando l’assenza alla neve, che in realtà era scesa solo leggermente nel pomeriggio.

Le cene del club riscuotono sempre una grande adesione, tanto che se inizialmente venivano organizzate insieme a diversi altri club della zona, e non solo, come Calcara, i Tramvieri, Savignano e Monteveglio, oggi rimane aggregato alle cene organizzate dal club Mauro Laffi solo il club di Castelfranco Emilia, per evitare di raggiungere numeri difficilmente gestibili, al circolo ricreativo Cà Rossa, una struttura che garantisce una buona qualità del cibo, proponendo piatti della cucina tipica casalinga bolognese.

Singolare il collegamento con un club nato all’estero, a New Orleans la patria del jazz, per volere di un professore universitario trasferitosi da qualche anno in Louisiana, precedentemente residente ad Anzola dell’Emilia, che ha continuato ad operare per alcuni anni, con l’appoggio del club di Anzola, che garantiva l’iscrizione, in previsione dell’arrivo estivo del presidente, al quale venivano date le tessere e il materiale, che poi portava in America per la quindicina di soci iscritti al club americano.

Purtroppo, causa la pandemia, da un paio d’anni il presidente non torna in Italia e il Club Bologna di New Orleans oggi si è inevitabilmente sciolto.

Nonostante il forte calo del numero dei soci, il club di Anzola dell’Emila continua a distinguersi per organizzazione e capacità di saper aggregare i tifosi, realizzando maglie, capellini, sciarpe originali e gadget di vario tipo, dotando la sede della possibilità di fare i biglietti, cosa che una volta veniva svolta anche nella sede del Centro Coordinamento Bologna Club e che ora viene delegata a strutture esterne o gestita direttamente dal Bologna.

Mauro è orgoglioso di dire che a loro piace fare le cose nel migliore dei modi, citando anche le sedi importanti che ha avuto il club in un recente passato, prima di passare nell’attuale sede, collocata in un ambiente più piccolo, ma molto personalizzata, in coabitazione con un’altra associazione, concessa dal comune di Anzola dell’Emilia a una cifra poco più che simbolica.

Quando non seguono la gara in trasferta e i pochi che non frequentano il dall’Ara, i soci del club le partite le vedono in una sala del comune, su uno schermo gigante, con immagini proiettate da un proiettore, sapendo che è obbligatoria la consumazione, visto che la visione delle gare in diretta è disponibile per tutti grazie al regolare abbonamento a Sky previsto per i locali pubblici.

Un capitolo a parte merita la partecipazione attiva del club al dramma che ha vissuto Sinisa Mihajlović, purtroppo conclusosi tragicamente il 16 dicembre del 2022.

Il presidente Mauro Guernelli racconta di avere assistito, come tanti, alla conferenza stampa del 13 luglio del 2019, trasmessa in diretta televisiva, dove Sinisa comunicava il motivo per cui non era partito per il ritiro di Castelrotto e di essersi emozionato, sapendo della gravissima malattia che aveva colpito il tecnico serbo.

Lui e diversi soci del club avevano già programmato di andare a seguire parte del ritiro rossoblù in altura, così pensò di portare con loro anche l’immagine del tecnico che non era potuto partire, per significare che Sinisa comunque era vicino alla squadra.

In un service fu semplice far realizzare una grande bandiera da portare su due aste, con riprodotta l’immagine più appropriata del Sinisa guerriero, con scritto “Sinisa c’è”.

La portarono con loro a Castelrotto, mai pensando di provocare un impatto forte come quello che scatenarono, quando al loro arrivo furono attorniati da giornalisti di varie emittenze presenti sul posto, da Sky alla Rai, oltre alle televisioni private, che vollero intervistarli e riprenderli, facendoli diventare uno dei momenti più importanti di quell’inizio di ritiro.

Si sprecarono le interviste, le riprese e le fotografie, ma anche i diretti protagonisti del Bologna si dimostrarono non indifferenti all’iniziativa, in primo luogo Claudio Fenucci volle complimentarsi col presidente del club, rendendosi disponibile a far firmare il vessillo da tutti i componenti della squadra.

Da quei giorni quell’immagine montata su due aste ha accompagnato il Bologna in tante occasioni, sia nelle gare giocate al Dall’Ara, che in molte trasferte, riscuotendo sempre un grande riscontro, sincere dimostrazioni d’affetto verso il tecnico serbo, che in passato era stato un uomo divisivo, per tante nette prese di posizione che molti non avevano condiviso e che, a seguito della malattia e della sua esemplare reazione, ha saputo unire tutti nel sostegno e nella commozione.

Mauro dice che se avesse chiesto un euro per ogni fotografia scattata a quella bandiera oggi il club potrebbe disporre di un fondo cassa molto importante. 

Si pensò anche di realizzare magliette utilizzando la stessa fotografia, che riscossero un grande successo e che piacquero molto anche a Sinisa, che dichiarò che quella sua immagine rappresentava al meglio la sua personalità, aggiungendo solo i baffi con un pennarello, visto che in quel periodo facevano parte della sua immagine.

“Sinisa c’è” campeggiò in primo piano anche in occasione delle due processioni organizzate dai tifosi rossoblù, in un caso insieme a colleghi laziali, prima di un Lazio-Bologna, per raggiungere la basilica di San Luca, guidate in entrambi le occasioni da don Massimo Vacchetti, nelle quali non è mancata Arianna, la moglie di Sinisa, che ringraziò personalmente Mauro Guernelli per l’affetto che manifestava verso il marito.

Purtroppo, dopo una confortante ripresa, a seguito del trapianto del midollo spinale, ci fu la ricaduta, che gradualmente comportò il peggioramento delle condizioni di Sinisa.

Com’è finito il precorso di Sinisa purtroppo oggi lo sappiamo, un epilogo drammatico che ha commosso tutto il mondo, non solo calcistico.

Mauro ha voluto porgere l’ultimo saluto a Sinisa partecipando personalmente anche ai funerali a Roma, portando con se la bandiera, che ha fatto l’ultima sua apparizione nella partita che il Bologna ha giocato a Roma il 4 di gennaio 2023, la prima dopo la lunga interruzione dovuta al campionato mondiale in Qatar.

Mauro Guernelli oggi ricorda con emozione l’aperitivo che organizzò a seguito della miracolosa salvezza ottenuta da Sinisa, quando decise di affittare la torre Prendiparte nel centro storico di Bologna, per festeggiare con tifosi e amici la permanenza nella massima serie, assolvendo ad un impegno che aveva preso quando era iniziata la nuova avventura a Bologna del tecnico serbo.